In un precedente articolo , “VISUAL MERCHANDISING E SPAZI ESPOSITIVI” , ho cercato di fare il punto sulla corretta impostazione del negozio, ora voglio soffermarmi sull’importanza del Linguaggio della Comunicazione Visiva.
Un efficace messaggio visivo può, infatti, influire positivamente sia sull’immagine di brand e punto vendita, sia sull’incremento in fatto di vendite.
Progettare uno Spazio Espositivo “Unico”
La progettazione di uno spazio espositivo deve tener conto dell’impatto emozionale e delle esigenze espositive del visual per ricreare ambientazioni e scenari innovativi.
Non basta quindi realizzare un punto vendita impeccabile dal punto di vista architettonico.
Ma è necessario studiare ogni spazio espositivo affinché si possa valorizzare al meglio la merce che vi sarà esposta.
Si dovrà anche considerare il tipo di clientela a cui ci si vuole rivolgere per usare il Linguaggio di Comunicazione Visiva più appropriato.
Lo scopo di un punto vendita così strutturato sarà quello di trasmettere un messaggio di “unicità” determinato non tanto dall’assortimento merceologico, oggi sempre più omologato, ma dal valore aggiunto generato dalla gratificazione personale.
Il cliente percepirà questo messaggio e sarà quindi incentivato a scegliere proprio quel negozio per i suoi acquisti.
Il Linguaggio della Comunicazione Visiva e L’importanza del Fattore Visual
Nel corso degli ultimi decenni si è avuta una profonda trasformazione.
Molti punti vendita, definiti “negozi tradizionali” perché concepiti come contenitori di prodotti, sono divenuti ora “store design”.
Sono spazi espositivi contenitori di messaggi e non solo di prodotti, ed hanno la capacità di interagire col cliente.
Purtroppo questi concetti, pur essendo totalmente condivisi sia dai brand che dai titolari dei negozi, nella realtà spesso non vengono messi in pratica.
In alcuni settori specifici, infatti, la figura del visual è relativamente recente rispetto ad altri, dove invece esiste da sempre.
Mi riferisco ad esempio a molti retailer, anche del Mondo dell’Abitare, che dimostrano l’incapacità di comunicare attraverso il linguaggio visivo che si aspetta il consumatore.
E le stesse carenze di comunicazione si riscontrano anche in molti negozi di target medio-alto.
Il risultato non cambia: le potenzialità di vendita si riducono per la mancanza di un’esposizione emozionale, penalizzando il desiderio di possedere e quindi di acquistare.
Il Linguaggio della Comunicazione Visiva – Allestimenti a Confronto
Spesso si sottovaluta l’importanza del Linguaggio di Comunicazione Visiva, anche se si propongono prodotti d’eccellenza.
Si pensa, infatti, che uno o più oggetti di pregio, solo perché belli e magari di un noto e prestigioso brand, non necessitano di particolare cura nell’esposizione.
Ci si limita quindi a posizionarli senza la giusta attenzione in uno degli spazi disponibili al momento.
A questo proposito ho selezionato due immagini in cui è presente lo stesso prestigioso brand.
La prima si riferisce ad una vetrina statica, non strutturata, anonima e priva di interesse, col solo scopo di esporre oggetti.
La seconda, invece, si può definire un allestimento studiato e ben costruito, capace di comunicare l’alto livello dei prodotti.
Denota cura dei particolari, effetti cromatici nell’abbinamento dei colori e contestualizzazione degli articoli.
La differenza, in fatto di qualità del Linguaggio Visivo dei due casi, è evidente.
Dalla Parte dell’Osservatore
Ma proviamo ora per un istante a metterci dalla parte del potenziale cliente.
Affinché il passante, generalmente distratto e spesso di corsa, si soffermi sulla vetrina ha bisogno che l’immagine di fronte a lui sia in grado di incuriosire, di comunicare, di emozionare e di farlo “sorridere mentalmente”.
Questo è il Linguaggio di Comunicazione Visiva da adottare affinché si generi interesse e desiderio d’acquisto.
Quello che prima era stato passante distratto e poi osservatore, potrà ora divenire anche acquirente.
Senza una logica espositiva, invece, senza un’ambientazione emozionale che lo renda “vivo” , senza un messaggio che ne trasmetta le peculiarità, quell’oggetto, rimarrà solo e comunque un oggetto come tanti altri, reperibile in un qualsiasi altro negozio.
Sono queste le ragioni che mi hanno spinto ad intraprendere l’avventura del blog. Il fine è quello di sensibilizzare, offrire spunti di riflessione e suggerire soluzioni visual attraverso immagini e descrizioni.
Un Errore Ricorrente
A volte si è spinti ad investire in un assortimento sempre più ampio, pensando così di soddisfare ogni possibile richiesta.
Ma si sbaglia, si appesantisce il magazzino e si creano solo inutili sovrapposizioni e disequilibri nell’esposizione.
Sarebbe opportuno invece investire sull’Immagine e sull’Identità del negozio.
Ridefinire il proprio punto vendita con un look accattivante, fresco e sempre rinnovato.
Tenere sempre in primo piano quelle che sono le aspettative del cliente: selezione dei prodotti secondo le richieste di mercato, coinvolgimento e gratificazione nell’acquisto e nella scelta del punto vendita.
In questo modo anche il processo di fidelizzazione tra cliente e punto vendita avverrà in modo veloce ed automatico.
Non Sempre le Aziende sono Sensibili all’Importanza dell’Esposizione
Ogni brand o retail è concorde nel considerare come priorità che l’immagine rispecchi la filosofia dell’azienda stessa.
Ma quante volte una vetrina o un allestimento interno rispecchiano l’immagine che in realtà si vorrebbe dare ad un prodotto, ad un’azienda o ad un negozio?
Spesso infatti “il fai da te” all’interno di un punto vendita penalizza, o quantomeno non ottimizza, le potenzialità, svilendo spesso anche l’immagine del brand.
Le tecniche di visual merchandising hanno proprio questa funzione.
Valorizzano l’immagine dell’azienda, ne interpretano la filosofia e danno un valore aggiunto ai prodotti.
E lo fanno attraverso il Linguaggio della Comunicazione Visiva fatto di visual suggestivi, grafiche mirate e allestimenti leggibili ed armonici.
In quest’ottica la vetrina in particolare è da considerarsi lo strumento di marketing più efficace di cui ogni punto vendita può disporre.
Sicuramente in settori come Abbigliamento ed Accessori legati al mondo del Fashion l’attenzione che si dà all’immagine è da sempre prioritaria.
Sono molti, infatti, i brand di settore che investono regolarmente con interventi di visual merchandising sui punti vendita rafforzando il proprio marchio sul mercato.
La stessa sinergia tra azienda e retail non si riscontra in altri settori.
Eppure specialmente in un periodo così difficile per l’economia, un investimento in campagne di visual merchandising da parte delle aziende gioverebbe sicuramente. Sia all’immagine delle aziende stesse, che dei punti vendita loro partner.
La possibilità, quindi, di fare gioco di squadra tra azienda, punto vendita e visual, mettendo insieme forze e competenze, porterebbe sicuramente a dei traguardi significativi.
Si guadagnerebbe in immagine ma anche in risultati commerciali. In altre parole, incrementare il desiderio d’acquisto e regalare esperienze gratificanti vuol dire trasformare il passante in cliente soddisfatto.
Che ne pensi dell’utilizzo di strumenti tecnologici come monitor in vetrina o pareti LED?
Non è propriamente il tipo di strumenti che solitamente utilizzo in vetrina. Preferisco puntare su ambientazioni e scenografie che facciano leva sul piano emozionale. Li vedo comunque indicati per articoli prettamente tecnologici, specie per evidenziarne caratteristiche e performance. In questo caso efficaci, coerenti col prodotto e di sicuro impatto visivo.